In autunno, capita sovente che nel tardo pomeriggio le nebbie risalgano dal fondovalle verso le creste battendo il tempo a chi magari, come me, si è soffermato troppo dietro a qualche camoscio; da un atmosfera calda e colorata la discesa conduce in fretta attraverso una grigia cortina che tutto spegne e scolora; anche i pensieri si fanno più grevi e la tristezza già m’assale all’idea di transitare, immerso in quell’immobile bianco e nero, presso la croce del finanziere…
Era il 1940, alla vigilia della guerra, quando quel povero soldato, Rosa Giovanni, venne mandato dalle caserme del Lago Galambra poste ai piedi del ghiacciaio, alla caserma di Casses Blanches, per portare degli ordini. Forse a causa della nebbia perse il sentiero e a seguito di una caduta si fratturò entrambe le gambe.
Immobilizzato e agonizzante per le ferite riportate, nell’estremo tentativo di attirare l’attenzione, di tanto in tanto, sparava un colpo in aria dalla sua pistola d’ordinanza resistendo ben quattro giorni , prima di morire, con la speranza che qualcuno arrivasse a soccorrerlo.
Quando venne ritrovato, teneva tra le mani un biglietto, scritto con il proprio sangue, sul quale aveva annotato quei suoi ultimi tragici giorni di vita.