Troppi! Quanti tentativi? Impossibile tenerne il conto; e comunque, quante delusioni!!! Benché possa accadere di incontrarlo proprio lungo gli itinerari alpini più frequentati, a volte nei dintorni dei rifugi, e benché non possegga ali o inimmaginabili superpoteri, personalmente lo ritengo tra gli animali più difficili da fotografare e, come tutti quelli più difficili da fotografare, il suo incontro restituisce sempre grandi soddisfazioni.
L’illusione di averne carpito qualche segreto, di essere finalmente riusciti a comprenderne i ritmi o i limiti territoriali e soprattutto, con la reflex tra le mani, essere finalmente riusciti a prevederne balzi e traiettorie, rendono il ritorno verso casa un estasi di soddisfazione.
L’ermellino, strappa dalla realtà chi, mosso da ardito desiderio, riesce ad avvicinarlo e a trascorrere qualche istante in sua compagnia. In quel breve lasso di tempo, che sembrerà eterno, lo scaltro mustelide penetra i pensieri del povero intruso, troppo occupato a seguirne scatti e balzi per opporre resistenza, e cancellandogli tutti gli amari ricordi accumulati nel corso delle precedenti mille inconcludenti scarpinate mirate a quell’incontro, ricava sufficiente spazio da introdurvi una tale dose di compiacimento da ricondurlo a casa in stato di beatitudine.
Drogato da tutta quella dopamina, completamente slegato dalla realtà, il poveretto crederà per qualche tempo ancora di possedere abbastanza energia e determinazione da poter ripetere quella selvaggia esperienza; poi si scontrerà con la realtà dei fatti, l’incantesimo si spezzerà e il mantra si ripeterà.