“Quebrantahuesos”, in spagnolo significa “spacca ossa”. È proprio il nome comune che viene assegnato al gipeto dagli spagnoli e rispetto a quello italiano, che è “avvoltoio degli agnelli”, è decisamente più appropriato.
Forse la presenza più massiccia in passato, nella penisola iberica, ha consentito agli spagnoli di osservare meglio il comportamento alimentare di questo rapace solito a seguire i grifoni. Verificando che il gipeto, a differenza dei grifoni che si nutrono dei tessuti molli presenti sulle carcasse di animali ritrovati già morti (loro unica fonte di cibo poiché generalmente non predano animali vivi), dirige la sua attenzione unicamente sulle ossa di carcasse spolpate, rilevarono un comportamento apparentemente bizzarro.
Quando le ossa risultavano troppo grandi da ingerire l’avvoltoio le trasportava in alto nel cielo, trattenendole con gli artigli, per poi lasciarle precipitare su terreni duri, come rocce e pietraie, al fine di romperle per ridurne le dimensioni così da ingollarle più agevolmente e per poter accedere al midollo interno… mai più nome fu tanto azzeccato.